La musica è un’eccezionale forma espressiva che l’essere umano sviluppa spontaneamente. Prima della nascita di un codice scritto è stata utilizzata per millenni oralmente. Il processo filogenetico di generazione della notazione vede precedere di molto l’esperienza musicale con i suoi significati sociali, emotivi e affettivi. Solo tardivamente si è sentita la necessità di un codice scritto.
La MLT riprende questo principio facendone il fondamento del processo di sviluppo delle competenze musicali. L’apprendimento informale, legato alla percezione del corpo immerso globalmente nell’ascolto musicale, precede di molto la parte formale.
L’alfabetizzazione musicale, nella prospettiva MLT, può essere solo il risultato di una serie di processi di sviluppo psico/emotivo/percettivo che ne sono il presupposto inderogabile. La lettura e la scrittura non si collocano al punto di partenza del processo di apprendimento musicale, ma in uno stadio avanzato, quando la percezione organizzata nel corpo si può trasformare in immagine mentale, quindi diventare simbolo grafico e il simbolo grafico a sua volta trasformarsi in suono. Questo passaggio dalla percezione al concetto e poi al simbolo è stato l’oggetto di studio principale della MLT.
Il corpo immerso nell’ascolto è attore principale del processo di apprendimento perché muovendosi fluidamente nello spazio percepisce la relazione fra il peso che si sposta e le pulsazioni e come queste sono organizzate internamente. La percezione dello spazio è cruciale per concepire e appropriarsi del ritmo, che costituisce il fondamento per coglierne il significato negli elementi tonali ed espressivi. La percezione corporea nell’ascolto permette anche di sperimentare l’attrazione che esiste verso il centro tonale e il collegamento del senso di tensione e distensione che si prova in corrispondenza dei cambi armonici in un brano. Gordon scriveva: «Il ritmo è per il suono ciò che la luce è per la vista».
Le informazioni sintattico musicali fondamentali, ritmiche e tonali, legate indissolubilmente alla percezione, si formalizzeranno in concetti sintattico musicali come la pulsazione e le funzioni armoniche e solo successivamente in armatura di chiave sul pentagramma.
Questi contenuti sono proposti uno alla volta e in sequenza, dai più semplici ai più complessi, sviluppando delle competenze musicali via via sempre più avanzate. Quando si lavora sui singoli elementi mettendoli in evidenza, si fa in modo da evitare il sovraccarico cognitivo, separando l’aspetto tonale da quello ritmico. La mente umana, quando affronta la novità, non riesce a concentrarsi su più di una cosa contemporaneamente, per questo si inseriscono un elemento o una competenza nuova alla volta. Ancorando l’elemento nuovo a quelli già appresi si agisce, inoltre, nella zona prossimale di sviluppo. Il ritorno al brano di partenza, dopo aver messo la lente di ingrandimento su un singolo elemento, permette una conoscenza del brano stesso più approfondita. Le competenze apprese forniscono informazioni nuove sui brani già conosciuti e diventano spendibili nei nuovi contesti che si conosceranno. Il procedimento descritto sopra è uno strumento prezioso nella MLT e si definisce Contesto/Contenuto/Contesto.
Per questo scopo l’uso del do mobile, è un sistema che lega la percezione alla sintassi musicale in modo logico e permette di dare informazioni coerenti con le competenze di audiation apprese a livello audio/orale. È bene sottolineare ancora una volta che l’audiation ha bisogno di riferimenti percettivi: la nota base del maggiore deve chiamarsi sempre allo stesso modo conservando le relazioni funzionali melodiche e armoniche in ogni altro contesto maggiore, anche se a un’altezza assoluta diversa. Ancora una volta, ognuna di queste competenze sarà rinforzata e ritrovata nel repertorio conosciuto e man mano, ripartendo dalla percezione, saranno aggiunti nuovi contenuti musicali, ripercorrendo la strada dall’inizio in un percorso ciclico che arricchisce e nutre a ogni passaggio.
Nella lettura ritmica si mostra direttamente l’indicazione metrica, esplicitando il metro sottinteso, e si fa vedere come si scrivono i macrobeat e i microbeat leggendo alcuni brevi esempi ritmici familiari e col tempo inserendo i simboli del ritmo melodico, delle pause, delle legature e dei prolungamenti; anche in questo caso è importante mostrare almeno due indicazioni metriche per il binario e poi per il ternario, evidenziando che lo stesso inciso ritmico potrebbe essere scritto in due modi diversi. Non rimarrà che tornare ai brani e unire l’aspetto ritmico a quello tonale unendo i simboli dell’altezza dei suoni, cioè la testa delle note, con quelli ritmici di durata, cioè stanghette, punti, pause e legature di valore.