Tra le cause di una mancata confidenza con il linguaggio musicale scritto c’è sicuramente l’approccio che spesso viene utilizzato nelle nostre scuole e istituzioni musicali. Nella storia della pedagogia e dell’educazione musicale l’insegnamento/apprendimento della notazione ha attraversato diverse forme e seguito tendenze che sono gradualmente entrate a far parte dei programmi di studio di scuole di musica, scuole dell’obbligo, conservatori e università. In questa sede vogliamo però volgere lo sguardo su un ulteriore aspetto: il peso che oggi la tecnologia potrebbe avere nel percorso di alfabetizzazione musicale. Ci chiediamo allora se, nel 2021, in una fase storica di “staticità forzata” dovuta al lungo lockdown, dove l’istruzione si affida alla DAD, la tecnologia possa rivelarsi un importante supporto per coloro che vogliano (anche partendo da zero), avvicinarsi al mondo della musica scritta, letta e cantata. Navigando sul web e nei principali app store ci si imbatte in un mare magnum di applicazioni e siti che si propongono di “insegnare” a leggere la musica e a conoscere la teoria musicale.
Al termine di questo rapido viaggio tra diversi strumenti digitali, torniamo a interrogarci sulla effettiva efficacia di questi mezzi, soprattutto ai fini dell’alfabetizzazione musicale. Possono questi applicativi informatici dare un nuovo impulso al mondo dell’apprendimento musicale? Da circa un decennio la diffusione di tecnologie digitali sta favorendo la creazione di un innovativo ambiente d’insegnamento-apprendimento piuttosto stimolante.
Oltre al semplice fascino dell’ambiente virtuale, abbiamo potuto notare come questa tipologia di strumenti didattici sfrutti il meccanismo di “ludicizzazione” (più noto come gamification): l’utilizzo di dinamiche di gioco in un contesto di “non gioco” favorisce l’interesse attivo degli utenti e il loro coinvolgimento. La motivazione e l’incoraggiamento dell’utente vengono ulteriormente stimolati attraverso “ricompense” quali, ad esempio, livelli, obiettivi e punteggi. L’idea che giocare su piattaforme digitali non si limiti a essere un semplice intrattenimento, assumendo una valenza didattica e di formazione musicale, è di indubbio interesse.
Diversi insegnanti di musica e direttori di coro hanno deciso di affiancare alla didattica “classica” l’utilizzo di questi strumenti, ottenendo buoni risultati. Il Miur, attraverso diverse iniziative, sostiene da anni l’utilizzo delle tecnologie digitali e promuove progetti innovativi nell’ambito della didattica. Allora forse anche i nostri direttori e cantori possono dare una possibilità a questi strumenti. D’altronde il principio alla base del gioco è semplice: se ci divertiamo, otteniamo risultati migliori; e questo concetto applicato a una disciplina ritenuta dai più “difficile e noiosa” può rivelarsi una grande risorsa.