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Il pensiero della chiesa

di Walter Marzilli
dossier "le cappelle musicali", Choraliter 54, gennaio 2018


Abbreviazioni
AAS: Acta Apostolicae Sedis, 1964, 1967
CHIR: Chirografo Mosso dal vivo desiderio, di Giovanni Paolo II, 2003
IGMR: Institutio Generalis Missalis Romani
MS: Instructio Musicam Sacram, 1967
SC: Sacrosanctum Concilium, Cap. VI, 1963

1. Il patrimonio della musica sacra

SC 112: «La tradizione musicale di tutta la chiesa costituisce un tesoro di inestimabile valore, che eccelle tra le altre espressioni dell’arte, specialmente per il fatto che il canto sacro, unito alle parole, è parte necessaria e integrale della liturgia solenne.» [La frase è stata ripresa integralmente nel Chirografo Mosso dal vivo desiderio di Giovanni Paolo II, punto 2, 2003, scritto in occasione del centenario del Motu Proprio di S. Pio X Tra le sollecitudini del 1903. Si tratta di un concetto molto ricorrente anche nei documenti precedenti al Concilio Vaticano II]
SC 114: «Si conservi e si alimenti con somma cura il patrimonio della musica sacra.»
SC 121: «I musicisti, animati da spirito cristiano, sentano di essere chiamati a coltivare la musica sacra e ad accrescere il suo patrimonio.»
MS 52: «Per conservare il patrimonio della musica sacra e per favorire debitamente le nuove forme di canto sacro, si curi molto la formazione e la pratica musicale nei seminari, nei noviziati dei religiosi e delle religiose e negli studentati […], specialmente presso gli Istituti superiori creati a questo scopo.»  [Cfr. SC 115]

2. La formazione alla musica sacra

SC 115: «Si curi molto la formazione e la pratica musicale nei seminari, nei noviziati dei religiosi e delle religiose e negli studentati […]» [Espressione ripresa e riaffermata da Giovanni Paolo II, CHIR 9, oltre che in MS 52]
MS 4b: «Per raggiungere questa formazione si preparino con sollecitudine i maestri destinati all’insegnamento della musica sacra. Si raccomanda, inoltre, se sarà opportuno, l’erezione di istituti superiori di musica sacra.» [Concetto già presente in SC 115]
MS 25: «Ad assicurare più facilmente questa formazione tecnica e spirituale, prestino la loro opera le associazioni diocesane, nazionali ed internazionali di musica sacra […]» [Si riferisce a MS 24: «Oltre alla formazione musicale, si dia ai membri delle “scholae cantorum” anche un’adeguata formazione liturgica…»]
MS 59: «I compositori si accingano alla nuova opera con l’impegno di continuare quella tradizione che ha donato alla chiesa un vero patrimonio per il culto divino. Studino le opere del passato, i loro generi e le loro caratteristiche, ma considerino attentamente anche le nuove leggi e le nuove esigenze della sacra liturgia, cosicché ‘le nuove forme scaturiscano in maniera, per così dire, organica da quelle già esistenti’» [Citazione tratta da SC 23, riguardante le nuove forme liturgiche]

3. Le schole cantorum e le Cappelle musicali

SC 114: «Si promuovano con impegno le ‘scholae cantorum’ specialmente presso le chiese cattedrali.» [Concetto ripreso e riaffermato da Giovanni Paolo II, CHIR]
MS 13: «Hanno un posto particolare, […] per l’ufficio che svolgono, […] i membri della schola cantorum.»
MS 19: «È degno di particolare attenzione, per il servizio liturgico che svolge, il ‘coro’ o ‘cappella musicale’ o ‘schola cantorum’. In seguito alle norme conciliari riguardanti la riforma liturgica, il suo compito è divenuto di ancor maggiore rilievo e importanza.» [Concetto ripreso e riaffermato da Giovanni Paolo II, CHIR]
MS 19a: «Si abbia e si promuova con cura specialmente nelle grandi cattedrali e altre chiese maggiori, nei seminari e negli studentati religiosi, un coro o una cappella musicale o una ‘schola cantorum’.» [Concetto ripreso e riaffermato da Giovanni Paolo II, CHIR]
MS 19b: «È opportuno istituire anche presso le chiese minori identiche ‘scholae’, benché modeste.» [Concetto ripreso e riaffermato da Giovanni Paolo II, CHIR]
MS 20: «Le cappelle musicali già esistenti presso le basiliche, le cattedrali, i monasteri e altre chiese maggiori, e che nel corso dei secoli si sono acquistate grandi meriti, custodendo e sviluppando un patrimonio di inestimabile valore, si conservino […]»
IGMR 63: «Tra i fedeli esercita un proprio ufficio liturgico la schola cantorum […]»
IGMR 274: «La schola cantorum […] svolge un suo particolare ufficio; deve quindi essere agevolato il compimento del suo ministero liturgico […]»

4. La composizione

C 121: «I musicisti […] compongano melodie che abbiano le caratteristiche della vera musica sacra e che non solo possano essere cantate dalle maggiori “scholae cantorum”, ma convengano anche alle “scholae” minori, e favoriscano la partecipazione attiva di tutta l’assemblea dei fedeli.»
MS 59:12 «I compositori si accingano alla nuova opera con l’impegno di continuare quella tradizione che ha donato alla chiesa un vero patrimonio per il culto divino. Studino le opere del passato, i loro generi e le loro caratteristiche, ma considerino attentamente anche le nuove leggi e le nuove esigenze della sacra liturgia, cosicché ‘le nuove forme scaturiscano in maniera, per così dire, organica da quelle già esistenti’» [Citazione tratta da SC 23, riguardante le nuove forme liturgiche]
MS 60: «Le nuove melodie per i testi in lingua volgare hanno certamente bisogno di un periodo di esperienza per poter raggiungere sufficiente maturità e perfezione. Tuttavia si deve evitare che, anche soltanto a scopo di esperimento, si facciano nelle chiese tentativi disdicevoli alla santità del luogo, alla dignità dell’azione liturgica e alla pietà dei fedeli.»
CHIR 12: «So bene che anche oggi non mancano compositori capaci di offrire […] il loro indispensabile apporto e la loro competente collaborazione per incrementare il patrimonio della musica a servizio di una Liturgia sempre più intensamente vissuta. Ad essi va l’espressione della mia fiducia, unita all’esortazione più cordiale perché pongano ogni impegno nell’accrescere il repertorio di composizioni che siano degne dell’altezza dei misteri celebrati e, al tempo stesso, adatte alla sensibilità odierna.»

5. L’organo

SC 120: «Nella chiesa latina si abbia in grande onore l’organo a canne, strumento musicale tradizionale, il cui suono è in grado di aggiungere notevole splendore alle cerimonie della chiesa, e di elevare potentemente gli animi a Dio e alle cose celesti.»
MS 60: riprende e cita esattamente il precedente articolo SC 120.
IGMR 63: «Quello che si dice della schola cantorum (il riconoscimento del proprio ufficio liturgico, n.d.r.) vale anche, con gli opportuni adattamenti, per gli altri musicisti, specialmente per l’organista.»
CHIR 14: (parlando di S. Pio X e del suo Motu Proprio): «Tra essi (gli strumenti musicali, n.d.r.) riconosce senza esitazione la prevalenza dell’organo a canne […]»

6. La formazione liturgica

SC 114: «Ai musicisti, ai cantori e, in primo luogo ai fanciulli, si dia anche una genuina formazione liturgica
MS 18: «[…] La formazione di tutti i fedeli al canto sia promossa con zelo e pazienza, insieme alla formazione liturgica […]»
MS 24: «Oltre alla formazione musicale, si dia ai membri delle “scholae cantorum” anche un’adeguata formazione liturgica […]»
MS 67: «È indispensabile che gli organisti e gli altri musicisti, oltre a possedere un’adeguata perizia nell’usare il loro strumento, conoscano e penetrino intimamente lo spirito della sacra liturgia […]»
CHIR 8: «L’aspetto musicale delle celebrazioni liturgiche […] deve essere affidato ad una bene concertata direzione […] quale significativo frutto di un’adeguata formazione liturgica.»
CHIR 9: «Anche in questo campo (della liturgia, n.d.r.) […] si evidenzia l’urgenza di promuovere una solida formazione sia dei pastori che dei fedeli laici.»

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