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Il desiderio di non perdere mai lo stupore
Intervista a Luca Scaccabarozzi

di Rossana Paliaga
Portrait, Choraliter 50, agosto 2016


Luca, ti sei formato come pianista. In che occasione è maturata la vocazione del direttore di coro?

Fin da piccolo l’ascolto della musica era per me collegato a un istinto di movimento e di espressività corporea, ma il primo vero approccio alla direzione di coro è stato a 15 anni con il coro giovanile della mia parrocchia, con cui collaboravo già da alcuni anni come organista. La passione per il coro è nata però nell’accademia pianistica dove ho iniziato i miei studi grazie al mio insegnante di solfeggio che iniziò a farci leggere a prima vista direttamente nel repertorio polifonico, creando un coro con tutto il gruppo degli allievi. Da subito ho chiesto di entrare a far parte del coro degli adulti dell’accademia e con questa formazione ho debuttato come corista eseguendo il Gloria di Vivaldi, passione a prima vista che mi ha da subito legato alla musica vocale.Per gli studi di direzione è stato invece folgorante l’assistere a un concerto dell’Ars Cantica Choir durante il quale ho avuto l’opportunità di osservare con grande stupore il maestro Marco Berrini nella direzione del Messiah di Händel. Da quel momento ho iniziato a seguire numerosi corsi di direzione e di canto e ho approfondito la pratica corale con diverse formazioni, lasciando che il coro e la direzione prendessero sempre più spazio nella mia vita musicale. L’entusiasmo di fare musica con tante persone e di poter suonare uno strumento “umano” mi ha portato a scegliere la direzione corale come strada principale, anche grazie a tutti i meravigliosi docenti che mi hanno confermato sempre più la magia di questo mestiere. Certo sento spesso il bisogno di ritornare al pianoforte per l’amore che nutro verso il repertorio pianistico ma soprattutto per poter recuperare una profonda verità e intimità espressiva con la musica. In fondo il gusto e la confidenza con la musica sono nati e cresciuti durante le tante ore giornaliere di pratica con lo strumento e credo che lo studio del pianoforte sia stato per me fondamentale e necessario per poter essere un direttore di coro oggi, sia per la formazione musicale, sia come strumento indispensabile nell’accompagnamento dello studio di un certo tipo di repertorio.

Dirigendo diversi gruppi cerchi di differenziarne la fisionomia? E con quali criteri?

Fortunatamente ogni mio gruppo ha nature e strutture diverse e mi piace quindi poter scegliere repertori adatti all’impasto vocale e alle diverse esperienze dei gruppi di cantori. Ad esempio con l’Ensemble vocale Mousikè prediligo repertori più elastici e raffinati, sia dal Rinascimento che dalla musica contemporanea, che ben si addicono alla piccola formazione cameristica e all’esperienza maturata in questi anni. Con il Torino Vocalensemble, invece, lavoro su repertori prevalentemente romantici e contemporanei, ma più densi e con più divisioni vocali, considerando la formazione corale più numerosa che permette un maggiore spessore vocale. Diverso, ad esempio, è l’approccio con il coro parrocchiale con cui lavoro principalmente sul repertorio barocco, avendo verificato che questo crea molta soddisfazione ed energia in un gruppo più amatoriale. Così ragiono anche per gli altri cori e gruppi vocali, con i quali le strategie comunicative e organizzative cambiano a seconda delle differenti esigenze pratiche e strutturali.

Nel tuo ruolo di direttore di coro parrocchiale, come ti rapporti con le esigenze della liturgia? Solo limiti o anche stimoli?

La liturgia è per me assolutamente uno stimolo, una ricerca di bellezza che deve anzitutto puntare sulla qualità musicale del repertorio proposto, ma soprattutto sulla qualità musicale dell’esecuzione e dello spirito con il quale la si approccia. Questo responsabilizza il cantore e gli permette di pensare alla liturgia anche in senso artistico.

Cosa significa per un direttore essere anche cantante in un coro o in un gruppo vocale?

Credo che un buon direttore di coro debba essere anzitutto un esperto cantore; stando “dall’altra parte”, infatti, si può prendere coscienza di molte dinamiche legate all’efficienza della prova e al rapporto e alla comunicazione tra il direttore e i coristi; insieme si può fare esperienza dei problemi vocali e musicali nello studio corale. Inoltre il canto è un mezzo fondamentale di comunicazione delle proprie idee musicali e vocali per un direttore. Credo che lo studio della voce e la conoscenza di tecniche e strategie di lavoro vocale sia indispensabile per un direttore di coro, che deve poter lavorare in ogni prova sulla qualità vocale del proprio gruppo. Senza un buon suono la resa musicale del coro risulta incompleta e quindi non efficace nella comunicazione artistica.

In questo ruolo di cantante cosa ha rappresentato l’esperienza del Coro Giovanile Italiano?

L’esperienza del Coro Giovanile Italiano è stata fondamentale nella mia crescita come cantante e direttore perché ha permesso di creare una rete di contatti tra giovani musicisti di tutta Italia, con cui sono nate anche delle profonde amicizie. Inoltre, ogni appuntamento con il coro è stata un’occasione per imparare dai compagni e dai direttori e una fonte di proficui scambi di idee da portare poi nelle proprie realtà quotidiane. Il ringraziamento va quindi a Feniarco per la possibilità e per il desiderio continuo di creare una rete di bellezza in Italia con il canto corale. È la cura dei dettagli che ha permesso e permette tuttora di creare macchine vincenti in ogni occasione.

Negli ultimi anni hai partecipato a diversi concorsi corali sia come cantore che come direttore, ma anche come membro di giuria. Quale è la tua esperienza in merito?

Trovo che l’esperienza del concorso corale sia fortemente stimolante dal punto di vista musicale e socialmente aggregante per un coro. In ogni concorso, sia come cantore che come direttore, ho potuto verificare una crescita della qualità del coro grazie allo studio molto più dettagliato e intenso che è richiesto. Inoltre, ogni coro ha sempre sviluppato una maggiore coesione e amicizia tra i componenti, proprio per la passione e l’impegno con cui tutti condividono un obiettivo così forte.Le esperienze come membro di giuria mi hanno invece portato a momenti di ordine, analisi e coscienza di quello che conta nella resa di un coro; valutando dall’esterno si impara molto, proprio come quando si insegna, per il bisogno di razionalizzare e dare concretezza a un’arte che sembra tanto astratta. Credo però che non vada mai dimenticato l’ascolto privo di ogni analisi anche in un concorso; in fondo si valuta una prestazione artistica, che porta con sé quell’impalpabile mondo di emozioni, respiri e vita. Si riesce a emozionare solo quando si lascia il controllo e si vive pienamente.

Per concludere, come vedi il futuro della coralità in Italia e quali sono i tuoi progetti?

La coralità in Italia è un giardino in primavera, tanti frutti si sono già raccolti negli ultimi anni e tanti fiori stanno per sbocciare. Mi piacerebbe un’attenzione maggiore alla qualità tecnico/artistica dei direttori, un mondo corale amatoriale sempre più selezionato e fondato sul merito, sullo studio e sulla ricerca di un prodotto davvero artistico, tanto quanto si può avere nel mondo professionale e strumentale. I miei progetti sono di continuare l’attività musicale con tutti i miei gruppi con una qualità sempre in crescita e di creare alcune realtà professionali, in particolare per la musica antica e barocca. In tutto questo il desiderio più grande è quello di non perdere mai lo stupore, l’entusiasmo e la meraviglia di ogni incontro con la musica e con le persone. 

Biografia di Luca Scaccabarozzi

Nato nel 1983, ha ottenuto la laurea di secondo livello in pianoforte presso il conservatorio di Milano con il massimo dei voti e la lode, sotto la guida di S. Rumi. Ha studiato precedentemente con P. Bordoni, A. Baldrighi, M. Baggio, M. Rurale e C. Carini, con la quale si è brillantemente diplomato nello stesso conservatorio. Contemporaneamente si è laureato in filosofia all’Università Statale di Milano con il massimo dei voti e la lode, discutendo una tesi sulla musica di Robert Schumann. Nel 2009 ha conseguito il diploma di perfezionamento in pianoforte presso l’Accademia musicale di Firenze sotto la guida di P.N. Masi. Ha partecipato a corsi e masterclass, sia di pianoforte che di musica da camera, con i maestri A. Ciccolini, P.N. Masi, I. Poletaev, K. Leister e M. Sherepan. Come pianista ha ottenuto diversi premi in concorsi nazionali e internazionali tra cui il primo premio al concorso nazionale Riviera Etrusca, il secondo posto assoluto al Concorso internazionale di musica da camera di Cervo e il secondo premio al Concorso internazionale Città di Albenga nella categoria “Eccellenza quattro mani”; tiene concerti per diverse stagioni concertistiche come solista, camerista e pianista accompagnatore. Ha seguito corsi di canto e vocalità con la soprano D. Shen e con il baritono e direttore inglese C. Baldy e, nei quali ha avuto anche il ruolo di pianista accompagnatore; ha studiato inoltre vocalità funzionale con M. Scifo e ha seguito un corso di canto barocco con M. Scavazza e L. Serafini. Ha frequentato il triennio presso la Milano Choral Academy, diplomandosi in direzione di coro sotto la guida di maestri come M. Berrini, L. Donati, P. Neumann, G. Mazzuccato, L. Marzola e D. Fratelli, con il quale ha studiato polifonia rinascimentale presso la Scuola Civica di Milano. Ha inoltre partecipato a corsi e masterclass di direzione corale tenuti da M. Berrini, N. Corti, L. Marzola, G. Graden, B. Holten, R. Rasmussen, J. Busto e P. Broadbent. Ha inoltre ottenuto il master in direzione corale presso la Scuola superiore per direttori di coro di Arezzo. Ha ricevuto il premio come miglior direttore al Concorso corale nazionale Città di Fermo e si è classificato al secondo posto assoluto al primo Concorso nazionale per direttori di coro Le mani in suono. È direttore di diversi gruppi e formazioni corali, tra i quali l’Ensemble vocale Mousikè, con il quale ha ottenuto il primo premio e un premio speciale al concorso nazionale del Lago Maggiore, al concorso nazionale Riviera Etrusca e al concorso nazionale F. Gaffurio, e il secondo posto assoluto (primo premio non assegnato) al Concorso corale nazionale Città di Fermo in cui ha vinto anche il premio come miglior direttore. Nel novembre 2013 ha vinto le selezioni per la nomina a nuovo direttore artistico del coro Torino Vocalensemble; con questo gruppo è entrato nel Gran Prix del Concorso Internazionale Seghizzi di Gorizia nel 2015, conquistando la fascia oro e ottenendo il premio come migliore coro italiano, il premio per il miglior programma contemporaneo e il secondo posto assoluto nella categoria “musica romantica”. Dirige il coro Regina del Rosario di Arcore con il quale si è classificato al secondo posto nel concorso nazionale D. Maffeis di Gazzaniga ed è maestro collaboratore del coro professionale Ars Cantica di Milano, con il quale è stato maestro del coro per Le Noces di Stravinsky all’interno del Festival di Stresa e per Bach e Vivaldi nella Settimana di musica sacra di Monreale. Viene invitato come direttore ospite per diverse rassegne e concerti in diverse regioni italiane, anche per produzioni di musica barocca con coro e orchestra.Come cantante lavora da anni all’interno del coro professionale Ars Cantica diretto da Marco Berrini, collaborando anche con importanti direttori come A. Ceccato e G. Noseda ed è stato selezionato per far parte dell’organico del Coro Giovanile Italiano negli anni 2012-2014 diretto dai maestri Lorenzo Donati e Dario Tabbia con il quale ha ottenuto diversi primi premi assoluti al concorso internazionale Florilège Vocal di Tours in Francia partecipando sia come cantore che come pianista accompagnatore. Dal 2013, inoltre, svolge attività concertistica come basso nell’ensemble vocale UT diretto da Lorenzo Donati, nel trio e quartetto vocale La Rosa dei Venti e nel quintetto maschile Aletheia consort, specializzato nell’esecuzione di musica antica. È docente di pianoforte, teoria e solfeggio, esercitazioni corali e direzione di coro nei corsi organizzati dall’associazione Amici della musica di Lomagna (Lc) e presso la scuola di musica Mousikè di Muggiò (Mb) e tiene corsi e seminari di perfezionamento sia di pianoforte che di direzione e canto corale. È invitato a far parte di giurie di concorsi pianistici e corali nazionali e internazionali, ed è stato inoltre uno dei docenti del progetto nazionale di formazione corale per direttori di coro, Coro Lab, ideato da Feniarco. 

Per approfondimenti: www.lucascaccabarozzi.com

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