Pavle Merkù è nato il 12 luglio 1927 a Trieste. Parlava volentieri delle proprie origini etnicamente miste, un privilegio mentale prima che anagrafico, sentito fortemente da chi nasce e vive sul confine. Il padre era uno sloveno del Carso, la mamma aveva invece origini italiane, friulane, slovene e ceche. Per questo particolare legame ha imparato presto il friulano e in seguito ha sempre continuato a coltivare la passione per le lingue e i dialetti, studiando per un periodo anche l’ungherese e il giapponese. Laureato in slavistica all’Università di Ljubljana e in lettere a Roma, ha insegnato letteratura e storia nelle scuole di Ljubljana e Trieste. Ha studiato violino con Cesare Barison, composizione con Ivan Grbec e Vito Levi. Sulla base di competenze musicali, di linguista, etimologo e glottologo, ha collaborato con molte riviste e periodici a livello internazionale e ha lavorato nella redazione di musica colta della sede RAI del Friuli Venezia Giulia (1965-87). Dal 1985 è stato corrispondente dell’Accademia delle Arti e delle Scienze di Ljubljana. Sono fondamentali le sue ricerche etnomusicologiche, con le quali ha documentato i canti popolari degli sloveni nel territorio del Friuli Venezia Giulia, confluite nella consistente pubblicazione Le tradizioni popolari degli sloveni in Italia, uscita nel 1976 e che si è rivelata essere un testo unico e fondamentale per la conservazione, lo studio e la valorizzazione di questo repertorio di tradizioni attraverso documenti unici, raccolti negli anni tra il 1965 e il 1974. Gli studi compiuti si riflettono anche nelle sue opere corali, che comprendono molti arrangiamenti di canti popolari. Ha scritto un’opera, Kačji pastir (La libellula), rappresentata nel 1976 al Teatro lirico Giuseppe Verdi di Trieste, un’opera radiofonica, musica sinfonica, cameristica e molta musica corale. Il suo stile si sviluppa a partire da basi espressioniste e neoclassiche, con un particolare interesse per la seconda scuola di Vienna. Ha ricevuto molti premi e riconoscimenti per singole opere e per la sua carriera in campo musicale e linguistico, tra i quali l’ultimo, nel febbraio 2014, è stata la più alta onorificenza in campo culturale conferita dalla Repubblica di Slovenia, ovvero il Premio Prešeren.
per voce sola
per voce e pianoforte
per voce e strumenti
per più voci e strumenti
con testi italiani
con testi dialettali triestini
con testi friulani
con testi sloveni
elaborazioni di canti italiani di tradizione orale
elaborazioni di canti sloveni di tradizione orale
composizioni per quintetto maschile
composizioni per ottetto maschile
elaborazioni di canti di tradizione orale
con testi italiani
con testi sloveni
con testo greco
elaborazioni di canti italiani di tradizione orale
elaborazioni di canti sloveni di tradizione orale
con testi liturgici
con testi italiani
con testi friulani
con testi sloveni
con testi sardi
elaborazioni di canti italiani di tradizione orale
elaborazioni di canti sloveni di tradizione orale
con testi italiani
con testi sloveni
elaborazioni di canti sloveni di tradizione orale