La cantante dagli iconici capelli rossi è stata un esempio di vivacità intellettuale, capace di creare attorno a una voce scura, riconoscibile e a una personalità forte un fermento artistico che passa per Giorgio Strehler, che ne ha rivelato il potenziale teatrale, Franco Battiato, che ha firmato per lei l’album Milva e dintorni (contenente l’intensa Alexander Platz) e poi brani dedicati da Enzo Jannacci, Ennio Morricone (che parla di una voce dolce e forte, capace di «popolaresca tensione» e «raffinata interpretazione»). Milva canta La filanda e i versi di Alda Merini, collabora con Astor Piazzolla e Mikis Theodorakis, lavora con Roland Petit nel coreodramma L’Angelo azzurro e Luciano Berio la vuole nella sua opera La vera storia su libretto di Italo Calvino.
Teatro, varietà televisivi, commedia musicale e operetta viennese, canzone napoletana, canzone impegnata fanno ugualmente parte dei suoi interessi e anche la musica corale è entrata a far parte delle sue esperienze, nella fabula teatrale La Variante di Lüneburg, spettacolo del 2007, che prevedeva un coro in scena, diverso in ogni tappa della tournée. Il testo è l’adattamento teatrale dell’omonimo romanzo di Paolo Maurensig, un giallo dove il gioco degli scacchi si intreccia con il tema della shoah. Il regista dell’allestimento prodotto da ArtistiAssociati è Walter Mramor, l’autore delle musiche il compositore Valter Sivilotti. La fabula è stata pensata per la voce di Milva e un organico che comprende una voce di soprano, sassofono, pianoforte e un coro. L’elemento variabile del cast è stato proprio il coro, uno diverso per ogni replica della tournée, scelta pratica che ha permesso a molti coristi e direttori di collaborare con questa grande protagonista della scena musicale internazionale. «Il coro è stato anche un’esigenza teatrale, perché a livello scenico rappresentava i deportati, oltre ad avere con la propria sonorità emotiva un ruolo di collante», ci spiega Valter Sivilotti, che sottolinea quanto la scrittura corale considerasse alla base l’esigenza di cambiare coro a ogni tappa di una tournée durata diversi anni. «La partitura era pensata per un coro amatoriale, espressiva più che ardita nelle estensioni».
Del dialogo del coro in scena con Milva, l’autore ricorda: «Quando Milva saliva sul palco, trattava tutti alla stessa maniera. Per lei non c’erano collaboratori di serie a o serie b. Era la prima ad arrivare a teatro e a ogni replica dava il massimo, come fosse la prima. Parlava molto volentieri con i coristi. Quando, dopo tre anni di tournée, abbiamo realizzato una replica a Udine riunendo alcuni cori che avevano collaborato allo spettacolo, ascoltare le voci di duecento cantori l’ha emozionata tantissimo. Alla replica successiva a Milano mi ha chiesto di loro, avrebbe voluto averli con sé anche quella sera».
Nell’unica tappa fuori dai confini italiani allo spettacolo ha collaborato il Gruppo vocale Cantemus di Lugano, diretto in quel periodo da Luigi Marzola che di quell’esperienza ricorda: «Ho partecipato con grande piacere a questo progetto: la musica era bella, il romanzo intrigante e inquietante, la concezione dello spettacolo agile e non avevo mai collaborato prima con Milva. Sono arrivato in scena presto e lei era già lì, da grande professionista. Il nostro dialogo è stato molto semplice e cordiale. Aveva già molte repliche alle spalle, ma il suo impegno era sempre totale. Quando ha iniziato a cantare, mi ha emozionato per la bravura, competenza, la qualità della voce così affascinante e perfettamente intonata, l’uso sapiente del microfono. Nonostante si sia trattato di un incontro breve, è stata molto gentile con il gruppo, rivolgendo molti complimenti ai cantori. Ricordo con piacere l’esperienza al fianco di questa autentica epigona del recitar cantando».
L’ammirazione è molto presente anche nelle parole di Valter Sivilotti, che aggiunge: «Lo spettacolo è stato creato per lei, ma anche in situazioni simili capita quasi sempre di dover modificare qualcosa; lei invece ha accettato la partitura così com’era. Tutti ci siamo affezionati molto a questa straordinaria artista e né a me né a Walter Mramor è capitato altre volte di realizzare una tournée nella quale ogni replica fosse da pelle d’oca. Questo perché parliamo di un’artista carismatica, una dote che trascende anche le grandi qualità vocali e musicali. Avevamo nei suoi confronti una stima così grande che nonostante il tempo trascorso insieme abbiamo continuato a rapportarci a lei in modo amichevole, ma con il pensiero fisso di avere il privilegio di stare accanto a una delle più grandi voci della storia recente».
Cori che hanno collaborato allo spettacolo La variante di Lüneburg (2007-2012)
Coro Arsatelier (Gorizia), Coro Vincenzo Ruffo (Sacile), Coro Coronella (Cavalese), Coro Comiter (Peseggia), Corale Adriano Ceccarini (Viterbo), Corale Giuseppe Verdi (Ostiglia), Coro Gianni De Luca (Faedis), Gruppo vocale Città di San Vito (San Vito al Tagliamento), Corale polifonica Mauro Giuliani e Corale polifonica Il Gabbiano (Barletta), Ensemble Magnificat (Caravaggio), Coro Panarie (Artegna), Coro del Rojale (Reana del Rojale), Voci Roveretane (Rovereto), Coro polifonico Sant’Antonio Abate (Cordenons), Ensemble vocale Continuum (Rovereto), Corale polifonica Il Castello (Rivoli), Coro Città di Pistoia, Associazione Corale Teramana, Coro polifonico Arcei (Siurgus Donigala), Coro Vivaldi (Sassari), Ensemble Incantus (Civitavecchia), Coro Canticum Novum (Solomeo), Coro di Lamezia Terme, Coro di Vittoria, Coro di Gradisca d’Isonzo, Coro Arcanto (Bologna), Gruppo vocale Ansibs (Staranzano)